Grazie al Ravello International Music Festival, Ravello è diventata famosa in tutto il mondo. Ravello è una cittadina molto tranquilla e chic e dalle terrazze di Villa Rufolo e Villa Cimbrone, i visitatori possono ammirare un meraviglioso panorama che un tempo incantò Richard Wagner e la grande Greta Garbo.
Ravello ebbe commerci molto floridi durante l’XI e il XII secolo, in seguito fu inclusa nel territorio di Amalfi.
La città è come una terrazza sul mare: vanta meravigliosi belvedere, i cosiddetti belvedere, come ad esempio quello dedicato alla Principessa di Piemonte, da cui si può ammirare tutta la costa.
Ravello è situata sui Monti Lattari caratterizzati da una meravigliosa vegetazione, su una rupe che divide le valli dei torrenti Dragone e Reginna.
Da un’altezza di 350 m sopra il livello del mare la città domina il mare azzurro della Costiera Amalfitana. Giovanni Boccaccio affascinato dalle bellezze di questi luoghi li descrisse nella sua opera “Decameron”. Il personaggio principale di uno dei suoi racconti è di Ravello, Landolfo Rufolo: era un nobile che aveva scelto di fare il pirata. Naufragò ma trovò, grazie alle sue capacità e alla sua fortuna, un grande tesoro.
Nel 1819 il famoso pittore inglese William Turner visitò l’Italia e trascorse un po’ di tempo a Ravello. I suoi schizzi della Costiera Amalfitana sono ora esposti alla Tate Gallery di Londra. La città ha un’atmosfera tranquilla e silenziosa che incanta tutti coloro che vengono a visitarla e vanta splendide ville che sono gli edifici più famosi della città: Villa Rufolo costruita nell’XI secolo, con le sue terrazze sul mare e Villa Cimbrone con il suo meraviglioso belvedere. Durante il XIX e XX secolo molti artisti, pittori, musicisti furono ispirati dagli splendidi paesaggi della città, come ad esempio Ruskin, Miró, Vedova ed Escher; André Gide ambientò a Ravello alcuni episodi della sua opera “L’immoralista”; Lawrence vi scrisse “L’amante di Lady Chatterley” e Graham Green “Il terzo uomo”; Wagner immaginò che gli splendidi giardini di Villa Rufolo fossero “il magico giardino di Klingsor” nel suo capolavoro “Parsifal”. Il monumento più importante è la Cattedrale, costruita nel XII secolo. La città fu probabilmente fondata nel VI secolo da coloni romani che si avventurarono tra le montagne, un buon rifugio per sfuggire alla distruzione dei barbari vandali; le prime notizie certe su Ravello risalgono al IX secolo, quando tutte le città della Costiera Amalfitana vengono unite nello Stato. Intorno all’anno 1000 la città fu popolata da un gruppo di nobili della Repubblica Marinara di Amalfi, che si ribellarono all’autorità del doge. La città prosperò rapidamente, grazie ad una fiorente attività di filatura della lana, un tempo chiamata “Celendra”.
Nell’XI secolo gli abitanti della cittadina tentarono di liberarsi dai legami con Amalfi: il borgo fu circondato da mura e le famiglie patrizie iniziarono a costruire le loro sontuose dimore, eleggendo un proprio duca. Nel 1086 la cittadina divenne anche sede vescovile. Con la conquista normanna e il loro successo nel Meridione iniziò il declino di Ravello, che entrò a far parte del regno nel 1131. Nel 1137 la Repubblica di Pisa devastò Ravello per tre giorni: nonostante ciò, gli abitanti della cittadina, abili mercanti, avevano conquistato anche i mercati arabi, tra il XII e il XIII secolo e la città raggiunse circa 36.000 abitanti. Durante i Vespri siciliani (1282-1302) i francesi occuparono Ravello, che si riscattò con 135 once d’oro. Guidati dal giudice Giovanni Frezza, Ravello appoggiò Ladislao di Durazzo nella sua lotta per la riconquista del regno e occupò la cittadina di Scala, che invece sostenne Luigi II d’Angiò. Nei secoli successivi la città iniziò il suo declino e la sua popolazione si ridusse. Nel XVII secolo la peste indebolì ulteriormente la città e decimò la popolazione; nel 1818 la diocesi di Ravello fu soppressa e aggregata all’arcidiocesi di Amalfi.